Dal 10 giugno 2007 il nuovo parroco della nostra parrocchia è don Giuseppe Mattioli; contestualmente don Bruno Folezzani è diventato vicario parrocchiale. Quanto contenuto in questa pagina è stato scritto quando don Bruno era ancora parroco.
Quando abbiamo chiesto all’amico don Simone, ora sacerdote a Roma, se preparava lui il testo per questa pagina, si è sentito rispondere un “sì, volentieri” carico di gioia e gratitudine, che si colgono facilmente da quanto poi ha scritto. Vedere (leggere) per credere.

Che dire del nostro parroco? Non è impresa da poco cercare di dire qualcosa di lui, soprattutto per me: infatti lui è sempre stato il mio unico don. Si, è vero, conosco molti preti, ma il mio parroco è sempre stato lui. Infatti è, dal 1° dicembre 1968, con l’erezione della parrocchia dello Spirito Santo, il primo e l’unico parroco. E prima?

Don Bruno Folezzani è l’ultimo di otto figli, forse il più amato. La vita dei campi è stata la sua prima scuola insieme all’esempio del padre austero, la tenerezza sobria della madre, le preghiere in latino e in dialetto, le conversazioni a tavola, i bisticci tra fratelli.
Poi, negli anni trascorsi a Neviano Arduini con don Tullio e Maria, suoi fratelli, matura la decisione di entrare in seminario: 12 anni di preghiera, studi, ricreazione serena, amici, danno un’idea della serietà e dell’impegno con cui ci si prepara a diventar preti.


21 giugno 1953: a 23 anni è ordinato presbitero insieme a 10 dei 47 compagni di classe iniziali. Mamma e papà, morti qualche mese prima, benedicono dal cielo.




Una settimana dopo, il 29 giugno, a Neviano, con la partecipazione festosa e commossa di tutto il popolo cristiano e di tanti sacerdoti, ha celebrato la prima Messa.

FELINO

Appena 13 giorni dopo va a Felino come coadiutore e vi rimane per 5 anni. Arriva in moto, tutto impolverato per le strade non asfaltate.
Le prime esperienze pastorali di novello prete: la cura dei ragazzi, dei giovani: cercarli, trovarli, radunarli. Colloqui personali. Allestire spazi di accoglienza in sagrestia; la lavanderia come aula per gli incontri; la predicazione.
Tante attività, la prima TV in paese e tanta amicizia con tutti! Lo chiameranno “il pretino” e lo distingueranno facilmente dal prevosto don Frati. Incuriositi dall’entusiasmo dei ragazzi, aderiscono anche genitori, famiglie.
In breve tempo, sull’onda di un grande consenso popolare e grazie all’indole generosa dei felinesi si possono realizzare tante iniziative: restauro dell’organo, corale adulti, filodrammatica ecc

Grotta della Madonna
Squadra di calcio

La vecchia e fatiscente grotta della Madonna è stata costruita ex novo con prestazioni spontanee e gratuite. La chiesa è stata rinnovata completamente su progetto del “pretino”. Il prevosto, vista la presenza massiccia (quasi la totalità) di ragazzi e giovani, offre il terreno occupato dalla sua vigna. Ne ricaveranno attrezzature sportive per far crescere un’altra vigna, quella del Signore.


COLORETO

La seconda tappa del suo cammino è a Coloreto : 10 anni con vari incarichi (delegato zonale di A.C., insegnante alle magistrali, medie e ist. geometri, cappellano tra gli operai della Bormioli Rocco).
L’arrivo ha coinciso con aprire le finestre e spalancare le porte. Il parroco precedente, un santo prete, aveva uno stile claustrale. È stato necessario recuperare i rapporti umani con tutti e favorire l’accesso alla canonica asportando la recinzione e togliendo l’intricata vegetazione per ricavarne un campo da gioco.
Si è verificata una vera invasione di popolo: ragazzi, giovani, adulti. Ben presto si forma un centro di animazione pastorale per la zona: 10 studenti saveriani frequentano in parrocchia la scuola di pratica pastorale; nel nuovo teatro si incontrano periodicamente giovani di varie parrocchie.

PARMA – SPIRITO SANTO

La terza tappa costituisce un compito molto impegnativo: Coloreto contava in tutto 68 famiglie… il primo palazzo di via Montebello, della nascente parrocchia Spirito Santo a Parma, da solo ne conta 70. Ha 39 anni. E qui ci ricolleghiamo alla storia recente, dalla quale siamo partiti.
Giusto per citare alcune tappe fondamentali: la prima chiesa ospitante la parrocchia è il monastero delle Carmelitane Scalze; qualche anno dopo è inaugurato il nuovo complesso parrocchiale.

Il 28 maggio 1988 ci consacriamo solennemente a Maria.
Da qui comincio a ricordare personalmente, senza aiuto di altre fonti: avevo 8 anni, facevo la prima comunione e fino a quando sono entrato in seminario otto anni più tardi, tutta la mia esperienza di fede è stata guidata da quest’uomo. Soprattutto in questi ultimi anni, diventato più grande, ho potuto vivere un po’ di più o forse meglio accanto a lui, anche quotidianamente, per i periodi in cui ritornavo da Roma e quello che mi rimane da questi incontri è il suo volermi bene come a un figlio e la sua premura nei miei confronti in modo che io potessi imparare anche un po’ da lui come seguire ed amare Gesù e i fratelli nella vita sacerdotale.
Non si è voluto mai imporre, ma non ho potuto fare a meno di notare la sua gentilezza nel trattare con le persone, la sua preghiera profonda, il suo humor, segno di umiltà, e il suo zelo pastorale.
Inutile dire che gli devo tutto; che il sacerdozio ministeriale che il Signore vorrà donarmi è innestato sul suo. Oltre che con le parole mi ha insegnato con l’esempio cosa significa essere un altro Cristo, buon pastore.

Potrei dire tante cose, ma avrei paura di ripetermi e di non andare al cuore di ciò che volevo veramente trasmettere. Forse, per presentarlo, è sufficiente dire, in una parola, solamente questo che racchiude tutto ciò che per me rappresenta, e il suo più grande titolo di onore: lui è il mio parroco (ora vicario – ndr).